Europee 2014: un risultato storico, una vittoria di Matteo Renzi, che dimostra come il Paese voglia essere governato all’insegna di un cambiamento, anche generazionale. Si rafforza, dunque, il mio convincimento in merito a quanto sia indispensabile proseguire la strada del dialogo istituzionale, in particolare fra enti locali e Governo. Il Paese, del resto, sembra in ripresa proprio da questa esperienza di un governo guidato da un giovane ex sindaco e da quella delle diverse amministrazioni che, sul territorio, lavorano cercando di rispondere ai bisogni dei cittadini.Mi fa piacere anche registrare il buon risultato della lista guidata da Tsipras.

Un risultato che dimostra quanto sia diffuso il desiderio di un’altra Europa, cioè di una Europa più vicina ai deboli e alle persone piuttosto che ai mercati e al capitale.Preoccupa, poi, iltrend crescente dei populismi e dei nazionalismi, oltre che le derive neofasciste che albeggiano, comunque, in queste elezioni.

Mi sembra evidente ci sia una diffusa richiesta dal basso di una Unione europea che si concentri sulle persone e sui loro diritti, contro quella dei nazionalismi e delle speculazioni. Proprio quello che è, in fondo, lo spirito di questo mio viaggio in Terra Santa: porre al centro dell’intervento e della attenzione europea il Mediterraneo, inteso come realtà di pace e convivenza e giustizia.Si tratta di un voto, dunque, che può essere di buon auspicio per continuare l’opera di dialogo fra istituzioni, enti locali e Governo,perché il Paese riparte se prevalgono le ragioni del dialogo e del sostegno a quanti sono impegnati in prima linea, come i sindaci e il premier. Se prevale questa pratica, l’Italia ripartirà in tempi più rapidi del previsto.

Il Movimento 5 stelle, infine, resta una realtà importante e di tutto rispetto, a cui ho sempre guardato con attenzione, così come ho sempre rispettato il voto di opinione che si è riferito al Movimento cinque stelle. Non posso però che contrastare il linguaggio violento e sprezzante usato da Grillo negli ultimi tempi e non posso dimenticare che, oggi, il movimento è parte di quella classe dirigente che esso stesso definisce casta.

Ora i cinquestelle sono in parlamento, italiano ed europeo, quindi devono assumersi la responsabilità di governare, presentando proposte nell’interesse del Paese e abbandonando la strada dell’invettiva, perchè la sfida vera è cambiare governando come da tempo sostengo.Anche il corposo astensionismo dimostra quanto ancora ci sia da ricostruire nel rapporto fra rappresentanti e popolo, quanto questa ricostruzione debba ripartire dalla buona amministrazione, da un impegno costruttivo delle classi dirigenti nell’interesse dei cittadini.

Pesante è stata, invece, la sconfitta di Berlusconi e il ridimensionamento delle destre italiane, che si trovano smarrite alla ricerca di una nuova leadership.Anche dopo queste europee, personalmente, continuo a lavorare, come dissi un anno fa circa, avendo come solo riferimento Napoli ed i suoi cittadini, che sono il mio vero ‘partito’, quel ‘partito’ a cui guardare per ora e per il futuro.

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