Non posso che esprimere la mia soddisfazione per questa giornata in cui l’Arin Spa viene trasformata in Abc Napoli, Acqua Bene Comune Napoli, cioè in una azienda speciale a carattere totalmente pubblico. Ringrazio innanzitutto chi per primo ha voluto questo e ha ottenuto questo: il movimento per l’acqua pubblica. Qualche mese fa, quando ancora non ero sindaco, firmai quel referendum perchè ne comprendevo la valenza anche politica. Ed infondo stiamo andando anche oltre le intenzioni del movimento per l’acqua pubblica perchè ci stiamo occupando di beni comuni e democrazia partecipativa.

L’assessorato ad hoc che abbiamo istituito, solo apparentemente può sembrare non avere diretta incidenza politica, perchè privo di “portafoglio” ma invece è l’assessorato con maggiore valenza politica della storia di questa amministrazione comunale.

Oltre all’acqua, noi abbiamo cominciato a lavorare anche su altri beni comuni e poniamo attenzione al concetto di bene comune in generale.

Beni comuni sono, infatti, il sapere, la conoscenza, la cultura, il mare, il territorio, internet.

Questi patrimoni non devono appartenere alle multinazionali e ai privati, perchè non appartengono in fin dei conti nemmeno ai governi e agli stati, nemmeno ai municipi e ai governatori, bensì appartengono soltanto alle cittadine e ai cittadini di questo mondo. Non producono utili in senso capitalistico ma producono utilità sociale. Il nostro quindi non è solo un lavoro politico, ma è l’elaborazione di un modello alternativo da un punto di vista culturale, sociale ed economico.

Oggi non possiamo infatti essere dipendenti solo dalle borse di Tokio, di New York, di Francoforte, di Londra e di Milano.

Vogliamo provare nel nostro piccolo, vogliamo provare da Napoli a portare avanti modelli sociali alternativi con la democrazia partecipativa.

Ecco perchè riconosco una grandissima importanza a questo giorno: qui simbolicamente c’è la volontà del sindaco, c’è la volontà della giunta, c’è la volontà del consiglio e, soprattutto, c’è la volontà del popolo in questa direzione di difesa dei beni di tutti e della partecipazione nell’amministrazione da parte della cittadinanza.

Se riusciamo, in un passaggio storico di crisi come questo, a consolidare i momenti di unità per superare le crisi e per favorire l’alternativa, Napoli potrà essere un esempio nazionale e non solo proprio in materia di beni comuni e democrazia partecipativa”.

Previous post

L'INFORMAZIONE LIBERA NEL MIO DNA DI DEMOCRATICO

Next post

Lavoro, a Caldoro dico: Lavoriamo insieme