In Europa, per contribuire alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, serve un un maggior protagonismo istituzionale, almeno delle grandi città, in modo che possano essere direttamente destinatarie di fondi europei in relazione a progetti strategici. Destinando i fondi europei direttamente alle città si valorizzerebbe la capacità progettuale e programmatica dei comuni che sono le istituzioni più vicine ai cittadini.Anche l’Unione europea si avvicinerebbe di più ai cittadini e si percepirebbe di più l’immediatezza del suo intervento e della sua utilità.

Molti sindaci dell’Unione soffrono il fatto che, a volte, alcuni passaggi burocratici rallentano l’utilizzo dei fondi da parte dei Comuni. C’è inoltre la questione del rilancio su tematiche fondamentali come la mobilità, l’ambiente, la vivibilità, un rapporto corretto tra pubblico e privato. Bisogna evitare ciò che è stato fatto nel passato: sperperare i fondi e non utilizzarli bene.

Proprio per spenderli meglio in un momento di crisi io credo vadano centrati gli obiettivi giusti e affidati ai luoghi istituzionali in cui questi soldi possono esprimersi. Assegnare direttamente i fondi al sindaco di Napoli e agli altri sindaci interessati significherebbe spenderli, e quindi non tenerli bloccati, e soprattutto significherebbe rimettere in moto proprio l’impresa, l’economia e la creazione di posti di lavoro.Sul fronte dell’occupazione Napoli sta lavorando anche in aree strategiche per mettere in campo una filiera significativa fra università, formazione, ricerca, impresa e quindi lavoro.

Questo al fine di evitare che i giovani nel Sud del nostro Paese si diplomino e poi vadano via.

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