Coloro che occupano spazi e beni abbandonati, res nullius o res derelictae, vengono considerati dall’ordine costituito pericolosi, da sgomberare, abusivi.
Io credo che la storia sia un’altra. Si possono, semmai, considerare abusivi socialmente utili.
Ma che significa abusare ? Abusare di un bene abbandonato ?

Direi grazie a coloro i quali ne hanno preso cura al posto di chi avrebbe dovuto farlo, soggetto pubblico o privato. L’abuso lo fa chi abbandona, chi omette, chi è inerte, non chi prende cura. La proprietà privata è prevista solo se ha una finalità socialmente utile, altrimenti non ha tutela costituzionale. Allora è bello avere abitanti che scelgono di umanizzare aree esposte all’incuria e al degrado. Cittadini che si allontanano dalla vita e dai luoghi esclusivamente privati per calarsi, individualmente e collettivamente, in un bene comune.

Abitando gli spazi pubblici della nostra città portiamo cultura e sconfiggiamo la mentalità mafiosa dello sfruttamento, dell’oppressione, della mercificazione di ogni cosa e del consumismo universale. Poi ci sono gli abusivi socialmente e politicamente pericolosi. Tra questi anche i parlamentari eletti con una legge dichiarata incostituzionale e che, quindi, sine titulo, siedono, lautamente remunerati, negli scranni del Parlamento e abusano del potere legiferando. Allora se vogliamo dirla tutta nel conflitto tra abusivi mi affascinano di più gli abusivi di strada, i restauratori della Polis, i costruttori di una Comune e di un Comune, quelli che si sporcano le mani, onestamente, per recuperare un senso civico talvolta profondamente smarrito.

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