Trent’anni fa ci lasciava Eduardo, un drammaturgo tra i più grandi in Italia e nel mondo. Eduardo tradusse per tutti una filosofia di vita comune a Napoli, dandogli forma e interpretazione.
Non si limitò alla farsa napoletana ma preferì esplorare la malinconia, la gioia, l’istinto beffardo di sopravvivenza di un popolo raccontandolo a una nazione.
Di Eduardo mi piace ricordare due passaggi della sua vita: nel 1943 quando aiutò gli ebrei romani perseguitati dal fascismo donando loro l’incasso di alcuni spettacoli clandestini; e in diverse occasioni della sua vita quando era solito recarsi al Filangieri, allora situato nel cuore di Napoli a Salita Pontecorvo 44, per non lasciare soli i giovani detenuti della nostra città. Da Sindaco che ama stare per strada devo ringraziare Eduardo di aver reso popolari al mondo i nostri vicoli.
Se alcuni di questi, ancora troppo pochi, sono meta di turisti senza aver perso la propria anima popolare è anche grazie al lavoro di Eduardo.

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Diario del 31 ottobre 2014

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