La settimana scorsa ci hanno lasciato tre grandi persone, punti di riferimento indiscusse della storia contemporanea. La loro fine terrena lascia un’eredità immensa all’umanità. Parlo, ovviamente, di Andrea Camilleri, Luciano De Crescenzo e Francesco Saverio Borrelli. Figure assai diverse tra loro, ma accomunate dall’immensità del patrimonio culturale che lasciano in Terra. Andrea Camilleri rappresenta uno dei più grandi scrittori ed intellettuali dell’età contemporanea. Intellettuale e pensatore libero ed autonomo, mai prono al potere. Anticonformista di indole e scelta, sempre avverso ad un potere conformista lontano dall’etica e dalla giustizia. Le sue stupende radici siciliane lo hanno imbevuto di una cultura immensa, mai elitaria, sempre vicino ai sentimenti popolari, come dimostra anche l’intuizione efficacissima del Commissario Montalbano. Sempre lucido anche nelle analisi politiche, economiche e sociali. Lo definirei un compagno, un faro necessario, i suoi scritti illuminano il percorso delle nostre vite. Luciano De Crescenzo, napoletano, anche se emigrante. Ma i napoletani, in realtà, non hanno confini. Non ha mai smarrito le sue radici, anzi, ha fatto di Napoli e dei napoletani l’essenza del suo pensiero filosofico e letterario. Intriso nel midollo delle radici napoletane ha rappresentato magistralmente l’umorismo e l’ironia della nostra gente. Con la letteratura, il cinema e la televisione ha portato il corpo di Napoli nella vita degli italiani. Anche da ultimo, quando lo abbiamo ricordato per i suoi 90 anni, Luciano ha ribadito che Napoli, infine, è l’ultima speranza dell’umanità. Perchè da noi la persona è al centro della vita. Francesco Saverio Borrelli, anche lui napoletano di nascita, che ha svolto le funzioni di magistrato a Milano. Magistrato di altissimo spessore, bravo, onesto, leale, coraggioso, autonomo. Il capo del pool mani pulite all’inizio di tangentopoli. Il Procuratore che ogni magistrato onesto ha sempre sognato di poter avere. Un capo che difende e protegge il lavoro dei magistrati e non li tradisce. Un uomo fuori dal Sistema. L’antitesi della piovra istituzionale in salsa piduista che viene fuori, nuovamente in questi giorni, negli intrecci tra politica, affari, magistratura e poteri deviati dello Stato. La perdita in una settimana di tre fari così immensi sgomenta perchè lasciano un vuoto incolmabile. L’Italia deve ritrovare la voglia, il gusto e la gioia di unirsi sui valori e i sentimenti che hanno fatto grande il nostro Paese. Da uomo del Sud, sono orgoglioso che queste tre immense persone fossero del mezzogiorno d’Italia. Il Sud è ricchezza, non è zavorra. Ricchezza culturale e morale. Napoli non li dimenticherà mai !!

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