In questi giorni si è sviluppato un dibattito abbastanza acceso relativamente a certe espressioni, sicuramente un po’ sopra le righe, da me utilizzate nel corso di un comizio elettorale. L’occasione non è secondaria, anzi, diciamo che è la premessa di tutto,  basterebbe da sola come chiave di lettura. Ma provo ad articolare un ragionamento in risposta, doverosa, a due giornalisti che ho sempre apprezzato e stimato e che, nei giorni scorsi, dalle pagine dei “loro” prestigiosi giornali, mi hanno dedicato attenzione: Antonio Padellaro su “Il Fatto Quotidiano” e Michele Serra con la sua “Amaca” su ” La Repubblica”.

 Innanzitutto ringrazio Antonio Padellaro per la dichiarata stima, come dicevo ricambiata, e per i consigli che sono onorato di ricevere. Il Fatto Quotidiano mi è stato vicino in momenti complicatissimi della mia vita professionale da magistrato e di quella, a mio avviso, dell’intero Paese. Ovviamente vera ragione dell’interesse per le mie indagini e per la mia persona. Il Fatto Quotidiano è riuscito ad andare oltre, ad avere una visione approfondita e globale, anche di fronte ad intricate vicende giudiziarie ed alla condanna del CSM. Non era facile. Quindi so a chi mi rivolgo nel tentativo di dare una risposta soddisfacente ma, soprattutto, vera. Hai ragione Antonio, Luigi de Magistris è quell’uomo cortese e misurato che spesso vi veniva a trovare in redazione, che non ha mai “sbroccato” per episodi vergognosi della vita della Repubblica, che riesce a dialogare con Capi di Stato, il Santo Padre, Ministri. Ma anche, con lo stesso spirito e la medesima attenzione, con gli abitanti delle Vele di Scampia, nelle Vele,  in un’atmosfera surreale nei giorni di Natale, con addosso la febbre a 40. Con i familiari di Davide Bifolco, il ragazzo ucciso a Rione Traiano, affinchè capissero che non c’era solo la camorra ad ascoltarli, ma anche l’Istituzione. Con i cittadini che incontra per strada ogni giorno e che a volte si complimentano altre si lamentano, a ragione, perchè c’è ancora tanto da fare.

Insomma, milioni di occasioni in una vita pubblica ventennale. Mai ho usato il turpiloquio. Dovrei chiedere scusa per averlo fatto adesso? Non so, non credo. Se l’avessi fatto in un’occasione Istituzionale sicuramente. Ma era un comizio elettorale, c’era un clima, una platea, un ragionamento in quel discorso. Come si fa a giudicare estrapolando? Il comizio per sua natura serve per infiammare! Io non ho mandato il Premier “in bagno” tout court. Io ho sostenuto che il Governo sta ignorando il Sud e che invece, proprio dal Sud, da Napoli, è già partito un nuovo modo di fare politica dal basso che ci vedrà di nuovo protagonisti, in tanti anni, direi secoli, di sfruttamento e derisione del Mezzogiorno. E quindi ho arringato dicendo che deve avere paura di questo! Della liberazione popolare con le mani pulite conto un sistema marcio e corrotto. Non c’è violenza, nemmeno verbale. E’ Politica, è Passione! E’ un po’ sopra le righe? Sicuramente! Ma che senso ha un comizio misurato? Direi che è un ossimoro. A Napoli, in piena campagna elettorale, dopo l’enormità di problemi superati in questi 5 anni. Hai ragione Antonio, probabilmente ho fornito un assist ai detrattori, a chi adesso si sente in diritto, più che mai, di appellarmi “rivoluzionario alle vongole”. Ma io so che non è così. Che le polemiche di questi giorni passeranno e che, invece, il lavoro di profondo rinnovamento della Politica andrà avanti nella sostanza. So che non c’è niente di più vero. E credo anche che, quando affermi che sei sicuro che non si stia speculando sulla rabbia di nessuno, tu abbia capito benissimo. Magari ne riparliamo tra qualche mese, tra qualche anno, nella certezza della Tua profondissima capacità di analisi. Preziosa per i tuoi lettori e per il sottoscritto.

Con Michele Serra non ho un rapporto personale ma trovo la sua “Amaca” molto preziosa, a volte davvero geniale. E’ la seconda volta che il dottor Serra scrive di me sulla sua rubrica, almeno la seconda di cui sono a conoscenza. La prima fu durante la campagna elettorale a sindaco di 5 anni fa. Non ricordo esattamente il motivo della critica, ricordo che non condividevo e che avevo delle ragioni da portare in risposta ma poi, preso da una campagna elettorale ancora più surreale di quella odierna, lasciai perdere.

Oggi ci provo, sia per la stima nel dott. Serra, sia per dire la mia. Oltre alle motivazioni sopra addotte, in risposta al Direttore Padellaro, sul fatto che si trattasse di un comizio, che la Passione non sempre si coniuga con la misura e la razionalità, e su tutto il resto, ammetto di essere andato sopra le righe. Però, lei parla di “antirenzismo”. Io non sono antirenziano a prescindere, io ho rispetto per le Istituzioni, ho dialogato fiducioso, ho firmato un protocollo d’intesa il 14 agosto del 2014 per Bagnoli, problema atavico della nostra città. Non sono stato io a stracciare quel Protocollo, senza ragione alcuna, non sono stato io a mandare un commissario a fare ciò che COSTITUZIONALMENTE è previsto spettare alla CITTA’ di Napoli, non al suo Sindaco. Nè ad inserire nello Sblocca Italia, affidando ruoli nella ricostruzione di Bagnoli,  i soggetti che quell’area l’hanno inquinata. Può anche sembrare che io parli per slogan, a volte lo faccio volutamente perchè non tutti sono intellettuali tali da comprendere la complessità di certi discorsi, quindi cerco una sintesi, magari ad effetto. A volte ci sta. Sa com’è, adesso faccio Politica. Cercando di amarla  e rispettarla tanto quanto la mia precedente professione, quella di Magistrato. Ho tanti limiti, sicuramente sbaglio, ma le mie battaglie hanno sempre contenuti elevati. E non sono mai personali. Sono per un ideale, per una visione di società. Mi rendo conto che non sempre è facile coglierlo, ma Lei è un intellettuale vero ed illuminato. Io la seguo anche nei suoi interessi diversi dal giornalismo, per esempio nella sua passione per Fabrizio de Andrè, anche da me amatissimo. Allora accetto le critiche e le considero uno sprone a migliorare, però La prego, con molta umiltà, non c’è necessità di scomodare Sanders e gli Stati Uniti. Provi ad approfondire quello che è successo a Napoli in questi 5 anni, provi a comprendere che clima si respira in questi giorni in città, che cosa è in ballo, a Napoli. Magari si accorgerà che qui non c’è un bullo che vuole fare il figo, nè che vuole mettere paura a nessuno, se non sul piano politico. Quello sì e lo ribadisco con forza. Potrei ribadire, come ho già detto in questi giorni, che dopo quello che sta accadendo in Italia – corruzione, arresti, politici venduti – è surreale che ci sia un dibattito nazionale su certi toni utilizzati in un comizio elettorale, che forse ci stiamo abituando troppo anche allo schifo, che mi sorprende che un Giornalista del Suo livello dedichi un’ “Amaca” a quelle esternazioni (criticabili)  e non (anche) ai miliardi di cose fatte in questi anni, senza soldi in una città demolita, quale era la Napoli che io ho ereditato e cercato di amministrare al meglio delle mie possibilità in questi 5 anni. Guardate meglio a Napoli, più approfonditamente, più globalmente. Troverete tanto da criticare, ma anche tanto di NUOVO, di vero, di profondo, di sostanziale. Non è maquillage, è una rivoluzione vera, dal basso, non di Masaniello, ma della gente. E sta in Italia. A Sud.

Con profonda e immutata stima

Luigi de Magistris

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Invito al voto - 5 Giugno 2016