In Piazza ho voluto stare accanto ed abbracciare tre persone che rappresentano tre simboli della lotta per la libertà: il presidente dell’associazione internati nei lager nazisti, il presidente dell’associazione nazionale partigiani di Napoli e il più anziano socio dell’Anpi di Napoli. Il primo è stato internato nei lager in Polonia, gli altri due hanno partecipato attivamente alle quattro giornate di Napoli: prima città d’Europa a liberarsi dall’occupazione nazifascista con una rivolta di popolo. Tre testimoni della Storia. Quando li senti parlare – mi è capitato sovente – e raccontare dei lager e della lotta partigiana ti vengono i brividi. Parole più potenti dei libri di storia. Quanto è importante la memoria storica per non dimenticare e per lottare contro altri campi di concentramento ed altre oppressioni. Campi di concentramento per omosessuali in Cecenia; campi di concentramento per migranti; genocidio nel mar mediterraneo con naufragi continui; sterminio di gente inerme nel vicino medio oriente. Il 25 aprile deve allora significare liberazione vera, forte, totale. Liberazione materiale, fisica e politica, ma anche liberazione dello spirito e del cuore. La strada per la pace e per la giustizia passa anche dalla rottura di tante e intrecciate catene. Ascoltare tre novantenni partigiani – che hanno combattuto anche per la nostra libertà – carichi di passione ed energia è una lezione di vita, contro oppressione, indifferenza e morte.

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