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Agosto 2017

PRIMO PIANO

Lavoreremo da settembre perché possa crescere sempre di più la coesione sociale nella nostra amata Napoli. L’Italia arranca perché non è coesa. Troppo divisa. Scenario a tratti davvero desolante. Basta vedere il dibattito pseudo-politico sull’abusivismo che si è scatenato su Ischia dopo il terremoto e l’inconsistenza politica con tutte le gravi responsabilità emerse a Roma dopo la pessima storia di abitanti della città sgomberati con violenza con il sostanziale assenso delle istituzioni tutte. Napoli è città complessa e difficile. Con problemi forti e radicati. Ma in questi anni è ripartita fortemente dai suoi abitanti, anche contro i poteri. Noi siamo stati dalla parte del popolo, dandogli forza e potere, rompendo il sistema, provando a dare una guida alla città, ad indicare e realizzare una visione di comunità. Napoli è divenuta insieme più città-comunità e più città-stato. Meno distanze tra rappresentati e rappresentanti, più comunità, più appartenenza alla terra, più unita’. Politicamente lavoreremo per rafforzare la coesione in città: valorizzando le differenze – che rappresentano ricchezza culturale ed economica – e riducendo le disuguaglianze. Noi siamo per costruire comunità in cui umanità, pace, solidarietà e amore sono valori praticati. Non ci piace quello che accade in altre parti del mondo e del nostro Paese: egoismi, razzismi, violenze, rancore, indifferenze ed anche squallore politico-istituzionale. Orgoglioso di essere napoletano e sindaco della mia città. E’ tutto più difficile dalle nostre parti, ma grazie a Napoli e ai napoletani che lottano con pazienza e determinazione insieme a noi ogni giorno ce la faremo. Con tenacia e passione. Prima le persone, il popolo e la nostra terra. La nostra città merita dedizione assoluta ed il lavoro messo in campo premierà Napoli.

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PRIMO PIANO

Questa estate la cronaca nera locale, nazionale ed internazionale è stata davvero drammatica, tremenda. Omicidi e fatti delittuosi di violenza brutale. La natura ripetutamente violentata nella sua bellezza struggente e secolare (solo per citare boschi da noi amati, il Vesuvio ed il Faito feriti a morte). Guerre combattute ed altre annunciate. Gli attentati terroristici, in particolare quello tragico di Barcellona, che ci hanno sconvolto. Tutto sembra scorrere quasi come effetti naturali di una causa ineluttabile. Ci vogliono condannare alla passività personale in un’ansia da dramma collettivo. Si sprigionano panico, ansia, ci si deprime, ma le analisi sfuggono, molta sovrastruttura, poca disamina strutturale per individuarne le profonde ragioni. La crisi di valori, di identità, di ragioni, di prospettive, di visioni, è davvero giunta ad un punto assai pericoloso, letale. La società del benessere consumistico e della felicità dell’effimero è nella sua curva senile. Ma non vuol morire, vorrebbe ripartire. L’avidità del possesso, la bramosia del potere, la smania dell’arricchimento infinito hanno annichilito la bellezza della semplicità della vita. Va riscoperta la gioia della vita nella sua essenza: l’amore per la natura, la voglia dell’incontro tra persone, la gioia del sapere, della conoscenza, della cultura. La passione per le piccole cose, spirituali e materiali. Prendersi cura del bene comune, per il benessere delle comunità. Si deve cominciare una forte opera di bonifica dove si sono radicate le comunità del rancore. Quanto odio seminato. Quante guerre ed armi per alimentare liberismo e capitalismo finanziario. Per il petrolio, per le conquiste territoriali, per le egemonie di potere. Quanto odio accumulato anche in ragazzi più o meno maggiorenni che sposano la causa terroristica che porta solo morte e nulla più. Anche per loro. Questo odio non nasce dal nulla, la religione non è una causa, il fanatismo può essere l’abito per trovare il coraggio di immolare la propria vita per distruggere quella di tanti altri. Il terrorismo va condannato e contrastato duramente, senza tentennamenti, più efficacemente ancora di come lo si sta facendo. Bisogna sconfiggere anche coloro che hanno prodotto il terrorismo o lo hanno alimentato oppure lo sfruttano. Quante armi vengono vendute ogni giorno a Stati che non contrastano il terrorismo ed in alcuni casi lo aiutano finanche? Quante montagne di denari sono state spese e vengono impiegate per guerre illegali, risorse quindi sottratte alla difesa dei beni comuni. Soldi per distruggere vite umane e la natura: comunque un attacco alla Vita di tutti per consolidare interessi economico-finanziari di pochi. La strategia del terrore è funzionale ai terroristi ma anche a chi ha costruito su guerre e terrorismi fortune politiche e finanziarie: restringimenti delle libertà, giustificazione di guerre preventive illegali, affermazione di uno stato di polizia contro lo stato di diritto, risorse economiche per armi e politiche di colonizzazione. Il capitalismo senile che sfrutta la strategia del terrore. Dobbiamo uscire da queste convergenze parallele. Si deve costruire un altro mondo, dal basso, local più che global. Alimentare solidarietà laddove c’è sofferenza, costruire amore dove allignano odio ed indifferenza, rafforzare il dialogo culturale e religioso anche laddove può germogliare il fanatismo, lottare per la difesa dei beni comuni, contrastare le politiche liberiste fondate sull’accumulazione del capitale ed il consolidamento delle disuguaglianze. Se non si riducono distanze, disuguaglianze e discriminazioni l’odio non diminuirà. Non è innalzando mura e tenendo lontano il diverso che siamo più sicuri. Le politiche della pace, della non violenza, della cooperazione, del rispetto, producono sicurezza alla lunga. Se pensiamo che la malattia passa da sola non guariremo, se affidiamo la cura a chi ha alimentato la malattia ci condanniamo a morte, se abbiamo invece sufficiente passione ed amore per la vita allora alziamoci e lottiamo, senza paura e con coraggio, per un destino diverso da quello che la strategia del terrore vuole costruire per i prossimi anni. L’amore e la sete di giustizia sconfiggono anche le paure più grandi.

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PRIMO PIANO

In questa estate torrida stiamo lavorando senza sosta per la città ed i suoi abitanti. Su tanti fronti: debito cronico e situazione economica, macchina amministrativa e società partecipate, miglioramento dei servizi, Bagnoli, periferie, cultura e turismo, sicurezza e fasce fragili. Abbiamo messo in campo un’azione forte e strutturale, in tutte le direzioni, che produce e produrrà effetti assai importanti per Napoli. La nostra azione, con tutti i nostri limiti, sempre protesa verso il bene comune, i diritti, la difesa della città e il miglioramento della vita. Autonomia della città e cooperazione istituzionale ai massimi livelli: abbiamo raggiunto obiettivi importanti, siamo credibili e rispettati senza rinunciare alla nostra identità e dignità. I problemi sono ancora tanti e l’affanno economico-finanziario di un’eredità debitoria devastante non ci aiuta. Ma non abbiamo mollato un momento. Senza dimenticare la lotta alla corruzione e al sistema mafioso che mai molla e mai perdona. Ti costringono tutta la vita a difenderti. Aver disarticolato il Sistema è uno degli obiettivi strategici più qualificanti che ci siamo dati sin dall’inizio.
P.S. Qualche breve notizia delle continue memorie a cui dedicare qualche ora della notte. In questi giorni, solo da ultima cronologia, condanna in sede appello civile per l’allora presidente della Compagnia della opere per il sud Italia Antonio Saladino che mi ha citato per diffamazione con riferimento ad inchiesta why not; richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica per querela diffamazione Lettieri nei miei confronti; citazione a giudizio della Procura della Repubblica per il già parlamentare Avv. Giancarlo Pittelli per dichiarazioni diffamatorie nei miei confronti; processo per diffamazione ai mie danni da parte del già onorevole Laboccetta; processo per diffamazione da cui mi devo difendere per aver sottolineato – con forza e passione – che non era opportuno che giudice di parte del processo why not – dopo l’avocazione illegittima ai miei danni – fosse una persona il cui marito era stato da me indagato per fatti molto gravi, destinatario di un decreto di perquisizione locale – quindi eseguito nell’abitazione in cui viveva anche il giudice – e di una richiesta di misura cautelare. Tutto vergognosamente normale, in un Paese rovesciato che dobbiamo provare a sovvertire, dall’interno e dall’esterno delle istituzioni. Forza e pazienza non sono infinite come invece lo sono amore e passione. Prima le persone, poi i denari che servono per vivere, prima la natura che serve per far vivere noi e le future generazioni e poi il possesso. A Napoli prima il Noi Comunità e poi l’Io dell’esclusività.

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PRIMO PIANO

Mentre dal basso, nella nostra Città, in questa estate rovente si lotta e si governa 24 ore su 24, tra innumerevoli ostacoli, per difendere beni comuni e riscattare territori – bonifica e rigenerazione urbana di Bagnoli, infrastrutture, difesa della terra, cultura e lotta alle discriminazioni di ogni tipo – i grandi, ma tanto piccoli per altri versi, della Terra, nulla fanno per difendere il pianeta. Il pericoloso cambiamento climatico (caldo e siccità spaventosi) è ormai dura e tragica realtà e Trump si ritira dall’accordo sul clima di Parigi: interessi economici di pochi che prevalgono sull’interesse dell’umanità. Non consentiamo più a pochi – seppur potenti – di decidere il destino dei popoli, ai popoli invece il potere di decidere. La lotta per la difesa della Natura vale una vita, è per la vita.

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